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TEMPO REALE, IL DISCO DELLA SVOLTA DI FRANCESCO RENGA

DiChristian D'antonio

Mar 13, 2014
renga
foto: Christian D’Antonio

Per lui è una prima volta ed è un bene sottolinearlo. Si è fatto aiutare nella composizione da grandi autori, Francesco Renga che con Tempo Reale esce in Italia un po’ dopo gli altri protagonisti del Sanremo 2014. Che è anche il festival in cui è entrato papa ed è uscito non esattamente trionfatore. “Ma la gara non mi interessava – taglia corto alla presentazione dell’album – più che altro mi dispiace per Elisa che aveva scritto un grande brano, e la Sony, la mia nuova casa discografica”. Un momento di soddisfazione è questo in ogni caso: la vecchia etichetta (Universal) ha pubblicato una raccolta di 3 cd (“me la devo comprare perché non mi ricordo cosa ho fatto”, confessa) e soprattutto un lancio internazionale. Il disco spagnolo Mi Voz ha avuto buona accoglienza in Messico, dove il 28 febbraio a Mexico City ha aperto il concerto di Laura Pausini. Era per questo che ha aspettato per il lancio in patria di Tempo Reale (Mi Voz raccoglie brani editi ma rifatti per il mercato sudamericano).

INTRODUZIONE – “Questa mia ricalibratura è anche un primo passo verso una carriera in America Latina di cui il Messico è il mercato più grande. Infatti il disco lì esce con un dvd che spiega chi sono, un’introduzione a me. Grazie alla Sony ho iniziato a lavorare con altre persone e ho avuto la possibilità di leggere attraverso altri occhi come sono e come sono cambiato. Poi andando all’estero dove non ti conoscono capisci anche meglio delle cose, mi rimetto in discussione dopo 4 anni che non facevo un disco di inediti”.

L’ITALIA – “Da fuori ho capito molte cose dell’Italia, perché la vedevo lontano e viaggiando all’estero ho avuto questa idea che il mio paese fosse fermo, seduto, che avesse perso la speranza. E quindi è esplosa la voglia di mutamento del mio lavoro”.

IL PRODUTTORE – Michele Canova, che è il deus ex machina dei successi di Tiziano Ferro, tra gli altri: “Mi ha portato in una elaborata e difficile scelta del repertorio, perché entrambi volevamo che fosse un concetto nuovo per me. Il rischio di ogni cantautore, ma degli artisti in generale, dei pittori, dei registi, è quello di fare sempre lo stesso film, di cantarsi addosso. Per raccontarmi ho scelto di fare l’artista e quindi abbiamo provato autori diversi, un menù ricco che credo abbia fatto bene al disco”.

IL TITOLO – “Il Tempo è astratto e mi piaceva l’ossimoro con il reale, un concetto molto difficile da percepire. Ma poi mi sono accorto che mio figlio a 7 anni lo capisce molto meglio di me, perché vive nel pieno del suo tempo. Siamo nella democrazia del web che ci ha reso tutti protagonisti, è una sensazione bella ma c’è anche il rischio di perdersi tutto il reale. Per fortuna ho una persona che si occupa dei mie contatti web ma ho anche imparato a usare meglio il web. Da una tastiera è difficile percepire il mondo ma tutti i contatti che ho avuto dopo Sanremo, contatti in Rete intendo, mi hanno fatto capire che forse anche il mio pubblico è cambiato. Il non vengo dai talent e ho fatto dei numeri che mi hanno sorpreso sui social network. Forse anche a questo è servito l’ultimo festival”.

GLI AMICI – “Dopo che mi è arrivata la prima canzone da elisa ho fatto una serie di telefonate agli amici che mi hanno davvero emozionato con la loro musica, come Kekko dei Modà e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Le loro canzoni sono quello che loro hanno affidato a me senza che io intervenissi. Finalmente sono riuscito a farlo.
CHRISTIAN D’ANTONIO

Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)