• 06/12/2024

JAY BRANNAN, UN AMERICANO PER CASO

DiChristian D'antonio

Mag 23, 2012

JAY BRANNAN, UN AMERICANO PER CASO
di Christian D’Antonio

È l’antitesi del texano come ce lo immaginiamo noi in Europa: col cappello da western, dollari in mano, retrogrado e cristallizzato nel terribile triangolo south-petrol-gun. E invece Jay Brannan è un efebico trentenne con chitarra che se ne va a spasso per tutto il mondo facendo amicizia con talenti locali per “fare squadra”. Considerato da anni uno dei cantautori più interessanti dell’America obamizzata, Brannan è conosciuto tanto per le sue composizioni intimiste quanto per la sua partecipazione al turbolento Shortbus, un film crudo e nudo presentato a Cannes nel 2006. Dal vivo alla Salumeria della Musica a Milano (brava la Barley Arts che l’ha ingaggiato) abbiamo visto uno show divertente e appassionato, per buona parte suonato in acustico. L’ultimo singolo Beautifully è un buon manifesto di quello che è Brannan. La cover spiritosa del jingle tv “A Natale Puoi” è un’altra faccia (irriverente) della stessa complessa medaglia. Poi arriva Housewife, un piccolo fiore all’occhiello della sua piccola discografia, e Brannan trascina tutti: in pochi minuti fonde la frustrazione delle mogli addomesticate sperdute sulle highways statunitensi con le aspirazioni delle coppie di fatto delle limitanti capitali europee. Straordinaria sintesi di leggerezza e tormento. Quando sale sul palco l’amico Marco Guazzone (con Stefano degli Stag alla tromba) un altro highlight. In definitiva, se vi capita, non perdetevelo.

Christian D’Antonio

Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)