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HOOVERPHONIC, REFLECTION DAL BELGIO CON ONORI ALL’ITALIA

DiChristian D'antonio

Giu 4, 2014

hoover

Capisce tanto di marketing quanto di arrangiamenti Alex Callier, uno dei fondatori del gruppo pop belga Hooverphonic, famosissimo oltre un decennio fa per la hit planetaria Mad About You. Il trio, con la nuova vocalist Noemie Wolfs ha fatto una grande rentrèe, anche e soprattutto in Italia, con l’album The Night Before nel 2011 (ricordate il monster hit Anger Never Dies?) e oggi ritorna con Reflection. Si tratta di un disco più variegato del precedente, con più attenzione ai suoni semplici, venature di elettronica, meno orchestrale. Che ha ancora un forte legame con il nostro paese. Ce lo spiega Alex, che a fine luglio sarà in Italia per due concerti con la sua band.

Il primo singolo in Belgio è stata una canzone chiamata Amalfi, come mai?

Ci siamo andati qualche tempo fa per un concerto in zona. E io facendo la corsa in taxi da Napoli alla costa sono rimasto molto colpito e ho iniziato a scrivere un testo. Poi con Luca Chiaravalli, che è un compositore con cui scriviamo abitualmente, lo abbiamo finito. È un tributo a una storia d’amore e alla bellezza.

hooveSul web ci sono state un po’ di polemiche perché il video è girato a Ischia…

Molti dicevano: “scrivete che è l’Amalfi Coast, tanto è la stessa cosa”. Ma sappiamo bene che si tratta di due località diverse e così abbiamo subito corretto il tiro e ci siamo scusati. Ma non credo queste siano cose importanti. Il video è una metafora. Non potevamo andare ad Amalfi ad agosto scorso a girarlo perché ci dicevano che era troppo affollata. Forse a ripensarci avremmo dovuto aspettare settembre. Invece a Ischia siamo riusciti a fare tutto e il regista era più tranquillo. Se ci invitano vogliamo fare un concerto lì. Penso ancora che gli italiani non ci hanno visti suonare con un’orchestra e lotterò perché questo avvenga. È la nostra dimensione più bella e tutti dovrebbero vederci in questa veste.

Del nuovo album colpiscono l’assenza di archi e la presenza di tre nuove voci.

Su “The Night Before” Noémie cantava con una voce che suonava molto giovane, perché all’epoca aveva poca esperienza. L’intensa tournée che ha seguito l’uscita dell’album le ha permesso di crescere moltissimo come cantante. Per me stavolta è stato quindi naturale e fondamentale mettere la sua voce in primo piano, così che tutti potessero sentirla al meglio. Così abbiamo detto addio agli archi e i tre coristi hanno contribuito a creare quell’atmosfera anni Sessanta un po’ naïf.

Lei è stata contenta?

Certo era entusiasta di avere compagni di lavoro nuovi. Poi uno in particolare è della sua età, tra i 20 e i 30 e quindi in tour si divertono assieme. Sai io ne ho 42, Raymond Geerts oltre 50! Siamo tutti di generazioni differenti ma andiamo d’accordo lo stesso. Diciamo che noi due maschi il tempo dei wild parties lo abbiamo abbondantemente superato.

Noemi è comunque ancora l’immagine della band con la foto di copertina…

Certo, lei è la nostra lead singer. La scelta della foto è avvenuta quando abbiamo deciso di dare il titolo all’album Reflection. Ci siamo accorti che alcuni scatti che avevamo fatto c’erano proprio dei riflessi, ce ne eravamo anche dimenticati. E poi la sua espressione ha qualcosa di meditativo che si accordava alle canzoni.

Siete sorpresi del successo che avete avuto in Italia con l’ultimo disco di inediti?

A dire il vero pensavo che Amalfi (visibile qui: Hooverphonic – Amalfi)

avesse molte chance di bissare The Night Before perché c’erano tutti gli ingredienti. Ora stiamo promuovendo Boomerang (video qui: Hooverphonic – Boomerang) e speriamo che le radio ci diano una mano. La cosa buffa è che Noemie che è la più giovane ci chiede sempre: ma come si fa a sfondare, come si fa a ripetere quel tipo di successo? E io le dico: cara, se lo sapessi avrei una hit ogni mese!

Ci parli del progetto “Hooverdomestic”?

Abbiamo fatto un appello rivolto a chiunque amasse la musica affinché trasformasse la propria casa in uno studio di registrazione, nel quale la band avrebbe trascorso una settimana a incidere il nuovo album. Delle 180 case che sono state proposte, quattro sono state ritenute idonee: un mattonificio di Boom trasformato in loft, due imponenti case a Gent-Brugge e nella regione della Champagne e un’antica fattoria di proprietà di un artista di Kermt. In verità sono cinque, perché abbiamo registrato le voci anche in una chiesa… che in fin dei conti è la casa di Dio.

C’è un tratto distintivo della musica degli Hoovephonic che sopravvive ai cambi di formazione e ai vari dischi?

Non ci dimentichiamo mai di essere partiti come Hoover, che vuol dire aspirapolvere. Con la nostra musica vorremmo che l’ascoltatore fosse aspirato in un altro mondo, almeno per quei tre minuti. Tutti siamo stufi di come vanno le cose nel mondo e vogliamo distrarre. Ovviamente siamo cresciuti e siamo tutti con delle responsabilità ma la musica serve anche a rimediare le cose cattive che succedono.

CHRISTIAN D’ANTONIO

Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)