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TINIE TEMPAH, “DEMONSTRATION” DI FORZA

DiChristian D'antonio

Dic 16, 2013

l’intervista di Christian D’Antonio

Tinie Tempah - photo credit David Slijper
photo credit: David Slijper

1988, l’anno in cui con la summer of love dell’house music, la musica popolare inglese cambiò per sempre. Ed è anche l’anno di nascita di Tinie Tempah il rapper inglese che dal 2010 è al centro dell’attenzione in patria (il suo esordio Discovery raggiunse il numero uno). Oggi arriva Demonstration con i singoli Trampoline e Children of the Sun, due altri top ten hit in patria. Sembra poco, ma nel frattempo a Tempah sono stati conferiti i prestigiosi Brits, Ivor Novello, Modo Awards, i premi della musica black (è di origini nigeriane) e una partecipazione alle cerimonie londinesi delle Olimpiadi lo scorso anno. Lo abbiamo incontrato proprio in occasione del lancio italiano del suo nuovo singolo.

Cosa ti ha spinto a collaborare con altri artisti questa volta?

Per Childre of the sun ho avuto la voce di John Martin, quello di Don’t you Worry Childe degli Swedish house Mafia. Poi Dizzie Rascal ed Emeli Sandé, due eroi contemporanei che ammiro molto hanno accettato di essere ospiti. Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato avere un disco con i miei idoli, e anche se capisco chi vorrebbe duettare con i Bon Jovi, dovete capire che per me questi artisti sono il meglio in assoluto. Dazzie lo ascolto e seguo da quando avevo 12 anni e averlo con me in studio è un sogno. Anche Chris Martin e Adele volevano lavorare a qualcosa ma non ci siamo accordati.

Hai altri duetti da “sogno”?

Sì ora mi piacerebbe arrivare a James Blake e Kayne West. Per me lui è uno degli artisti più influenti degli ultimi anni, non solo per la musica ma per l’arte in genere. È anche un esempio di business per me. E poi è stato il primo ad aver sfatato il mito dei rapper americani tutti jeans larghi e ghetto style. Per me lui è un artista a tutto tondo, come Eminem, un artista pop.

Per te deve essere diverso farsi strada nel mondo del’hip hop governato da stelle americane.

Sono cosciente che è diverso, il feel dei miei dischi è diverso, devo sempre provare al pubblico che si può fare un ottimo prodotto anche da questa parte dell’Oceano. Anche per questo ho chiamato Demonstration il mio disco. In Europa è cool la musica underground, la indie ma internazionalmente gli americani sono forti con rap. E io voglio fondere i due mondi, infatti è un plus perché in America mi dicono “hey, suoni diversamente da tutto il resto”. Quindi mi faccio notare.

Conosci qualcosa della scena musicale italiana?

Ho sentito dire che il tipo uscito da un’edizione di X Factor è diventata una grande star (supponiamo Mengoni, ndr) ma cerco di stare alla larga dalla musica dei talent show. Se avete proposte con chi farmi duettare, fatemele! Nel frattempo ho conosciuto due italiani fantastici che mi hanno dato l’onore di vestirmi, Domenico e Stefano.

Cosa rende appetibile la tua musica ai giovani, secondo te?

Io mi sento un artista giovane, un compositore in linea coi tempi e con quello che succede nelle grandi città dell’Europa. Non c’è molta differenza oggi tra come si vestono o pensano i giovani di Berlino, Londra o Milano, almeno oggi meno che i decenni precedenti quindi molti si possono identificare ed è questo quello che voglio.

Hai capito qualcosa del business standoci dentro?

Sono sempre molto coinvolto dal business, mi piace scegliere i vestiti, fare gli incroci di stili nei video o nelle serate di premiazioni o cose simili. Sono io che seguo la mia creatività, anche come venderla. Ho un’etichetta, Disturbing London e promuoviamo altri artisti. Mi piace anche coltivare la relazione con i fans, secondo me è questa la nuova frontiera della musica odierna. Si avrà successo se ci si mette in relazione col proprio pubblico, non credo che esisteranno più fenomeni globali come Kayne e Jaz Z. Si affermeranno sempre di più piccoli trend supportati dal legame col pubblico che li desidera seguire.

CHRISTIAN D’ANTONIO

Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)