• 10/10/2024

PRIVILEGIUM OTTONIANUM A ROMA

Diredazione

Ott 6, 2011

 A tre mesi esatti dall’annuncio della Mostra Evento Lux in arcana – L’Archivio Segreto Vaticano si rivela, viene finalmente rivelato un nuovo documento che sarà portato fuori dagli scaffali dell’Archivio Segreto Vaticano, per la prima e forse unica volta nella storia, per essere esposto al pubblico dei Musei Capitolini da febbraio a settembre 2012. Si tratta del preziosissimo Privilegium Ottonianum, una pergamena imperiale del 962 d.C. in porpora e oro, fondamentale per la formazione dello Stato della Chiesa. Il 2 febbraio dell’anno 962, Ottone I di Sassonia fu incoronato imperatore nella basilica di S. Pietro di Roma da papa Giovanni XII, dopo circa un sessantennio di vacanza del trono imperiale: l’ultimo imperatore ad essere incoronato da un papa era stato infatti Ludovico III di Provenza nel 901. Sceso in Italia per la terza volta nel 961, Ottone era finalmente riuscito ad ottenere la corona in cambio del suo intervento armato in favore del papa, che vedeva minacciata da Berengario d’Ivrea, re d’Italia, la sua autorità e i territori della Chiesa di Roma, il nascente Stato Pontificio. Il Sassone in cambio della Corona avrebbe garantito la sicurezza e l’autonomia del papa. Circa dieci giorni dopo l’incoronazione imperiale (13 febbraio), in concomitanza con un sinodo che doveva trattare di varie questioni, Ottone emana il Privilegium Ottonianum. L’esemplare giunto fino a noi ha una forma particolarmente solenne, che richiamava il gusto e la manifattura dei codici di lusso di epoca carolingia: un’elegantissima minuscola carolina vergata non ad inchiostro, ma in oro, su una pergamena purpurea!

Certamente destinato ad essere esposto durante le pubbliche cerimonie di quei giorni, il Privilegium confermava al papa le precedenti donazioni che i sovrani franchi Pipino il Breve e Carlo Magno avevano fatto alla Sede Apostolica; concedeva in perpetuo a Giovanni XII e ai successivi pontefici il dominio su gran parte della Penisola italiana, consentendo l’unificazione fisica dei domini pontifici dal Veneto alla Campania; dichiarava l’impegno di Ottone e dei suoi successori a mantenere fede agli impegni assunti, con l’obbligo – per lui stesso e per i suoi successori – di difendere il pontefice da eventuali attacchi e aggressioni. Nonostante ciò, tuttavia, l’imperatore riservava per sé l’alto dominio su tutti i territori concessi al papa, e richiamava in vigore la Costituzione di Lotario dell’824, una serie di regole che disciplinavano i rapporti tra Impero e Papato e che prevedevano, tra l’altro, la ratifica imperiale sull’elezione del papa e il giuramento di fedeltà del neoeletto pontefice all’imperatore. Una serie di condizioni estremamente vincolanti, che ponevano il papa in una situazione di profonda soggezione rispetto all’imperatore. Poteva Giovanni XII accettare di buon grado quelle pesanti condizioni? Lui che oltre ad essere papa era anche «principe e senatore di tutti i romani»? Non era infatti lui il figlio di Alberico II di Spoleto? Suo padre per oltre un ventennio aveva governato saggiamente Roma, controllando le elezioni di diversi papi, e tenendo testa allo stesso Ottone, quando questi, nel 951, aveva invano intavolato i negoziati con Roma per la corona imperiale.

Giovanni XII tradì il patto con l’imperatore. Si alleò con Adalberto, il figlio di Berengario d’Ivrea, e cercò con ogni mezzo di screditare Ottone, incitando altri sovrani a muovergli guerra. Venuto a conoscenza delle intenzioni del papa – colpevole anche di condurre una vita dissoluta che mal si addiceva alla sua figura di capo spirituale della Chiesa – Ottone, nel 963, avrebbe convocato un Sinodo a Roma, facendolo deporre per indegnità e imponendo l’elezione al soglio pontificio di Leone VIII. Ma la lotta sarebbe continuata a colpi di scomuniche, accuse reciproche di spergiuro e tradimento, elezioni di antipapi e altro ancora, fino alla morte di Giovanni XII. Alcuni storici avanzano l’ipotesi che il Privilegium, nella sua prima redazione, non contenesse i pesanti vincoli che assoggettavano il papa all’imperatore, e che quelle pesanti clausole fossero state aggiunte dall’entourage di Ottone dopo la deposizione di Giovanni XII, per garantire l’elezione di un papa che fosse gradito all’imperatore. La mostra Lux in arcana, ideata in occasione del IV Centenario dalla fondazione dell’Archivio Segreto Vaticano – in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali e Zètema Progetto Cultura – vuole spiegare e raccontare che cos’è e come funziona l’Archivio dei Papi e, al contempo, rendere visibile l’invisibile e far sì che anche il visitatore possa accedere, per una volta, alle meraviglie finora custodite nei circa 85 km lineari dell’Archivio Segreto Vaticano.

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